La Legge di Bilancio 2025 (Legge 30 dicembre 2024, n. 207) ha introdotto modifiche significative al Piano
Transizione 5.0 che riprendono sostanzialmente gli emendamenti presentati a fine 2024 (uno presentato
ufficialmente, l’altro solo accennato, per così dire) e poi rinviati appunto a una possibile collocazione nella
Legge di Bilancio.
La stessa legge è intervenuta in maniera inopinata anche su Industria/Transizione 4.0.
Ecco un riepilogo delle principali variazioni operate sulle misure, con la segnalazione delle modifiche paventate negli emendamenti e poi effettivamente approvate e di quelle che invece sono state fermate a livello di proposta ma non hanno poi trovato spazio nella Legge 207/2024.
Transizione 5.0
Modifiche Confermate
Cumulabilità degli Incentivi:
È stata ampliata la possibilità di cumulare il Piano Transizione 5.0 con altriincentivi inclusi quelli finanziati con fondi europei, come gli incentivi regionali finanziati con il FESR o la ZES, rimuovendo il vincolo che limitava la cumulabilità alle sole misure basate su risorse nazionali.
Tuttavia, rimane il divieto di coprire le stesse spese con due agevolazioni diverse.
Alla luce di questo importante dettaglio resta da chiarire se la cumulabilità venga considerata sul totale dell’investimento oppure se l’agevolazione derivante da Transizione 5.0 vada calcolata sul valore residuo dell’investimento al netto del contributo del bando, questo anche retroattivamente, a quanto pare (ma i decreti e i dettagli tecnici non ci sono ancora).
Provando ad esemplificare:
Supponiamo di aver investito 100.000 € e di percepire il 30% di agevolazione/contributo su questo valore; l’agevolazione 5.0 (supponiamo al 35%) andrà calcolata come 35% di 100.000€ o come 35% di 70.000€ (ossia di 100€ -30%)?
Revisione degli Scaglioni di Investimento:
Gli scaglioni di investimento sono stati ridotti da tre a due. Il primo scaglione ora copre gli investimenti fino a 10 milioni di euro, con aliquote del 35%, 40% e 45%, a seconda del livello di efficientamento energetico raggiunto.
In sostanza si è passati da questi scaglioni:
A questi:
Maggiorazioni per il Fotovoltaico:
Sono state introdotte maggiorazioni per l’acquisto di pannelli fotovoltaici, con incentivi del 30% per i pannelli di tipo a), 40% per quelli di tipo b) e 50% per quelli di
tipo c).
In sostanza si è passati da questa situazione:
A questa:
Semplificazioni per Beni Obsoleti:
È stata semplificata la procedura per la sostituzione di macchinari obsoleti, ossia ammortizzati da almeno 2 anni dall’azienda. In questo modo si intende evitare il calcolo del risparmio energetico conseguito, a patto però di accontentarsi della prima fascia di efficientamento energetico che dà diritto a un’aliquota del 35% fino a 10 milioni. Nel caso invece si ambisca a quote di agevolazione maggiore, l’iter sarà quello ordinario (ossia una valutazione ex ante ed ex post dell’efficienza energetica legata all’investimento).
Ruolo delle ESCo:
Per i progetti gestiti dalle ESCo si presume il rispetto dei requisiti richiesti dalla norma
l’efficientamento energetico che viene quindi considerato ottenuto a priori prevedendo inoltre che una ESCo possa essere essa stessa beneficiaria dell’incentivo, considerando che tali investimenti apporteranno un beneficio presso le aziende in cui saranno installati.
Modifiche Non Confermate
Proroga delle Scadenze:
Non è stata inserita la proroga della scadenza per la realizzazione degli investimenti agevolabili dal 31 dicembre 2025 al 30 aprile 2026.
Incremento delle aliquote al 50% o 60 %:
Per rendere più attrattivo il piano Transizione 5.0 rispetto ad alcune situazioni in cui le aliquote 4.0 potevano risultare più attraenti, si era ventilata l’ipotesi di innalzare le aliquote. Il governo ha optato per eliminare la precedente fascia di mezzo di T5.0 (vedi sopra).
Cumulabilità con transizione 4.0:
Per stimolare l’adesione alla T5.0 si pensava di poter cumulare la misura con Industria/Transizione 4.0. Anche in questo caso è stata poi scelta un’altra strada e rimane quindi il divieto di sovrapposizione tra le due misure per le stesse spese.
Inclusione di investimenti già avviati nel 2023:
La proposta di includere spese sostenute o investimenti già avviati nel 2023 non è stata recepita. La misura si applica esclusivamente agli investimenti effettuati nel periodo definito dalla normativa (quindi dal 01/01/2024 in poi).
Proroga ad almeno Aprile 2026 dei tempi di conclusione dei progetti 5.0:
Ad oggi non è stata approvata questa mini-proroga ma bisogna considerare che si tratta di una decisione non esclusivamente dipendente dal Governo italiano. Infatti, a fronte dell’approvazione della Commissione Europea, il Governo probabilmente proporrà un provvedimento che contempli la dilazione della scadenza per gli investimenti dall’attuale termine del 31 dicembre 2025 al 30 aprile 2026.
Ci sia aspetta vengano applicate anche alle pratiche già avviate in modo da non penalizzare quanti hanno
già intrapreso dei progetti 5.0.
Industria/Transizione 4.0
La stessa Legge di Bilancio 2025 ha messo le mani anche sul piano Industria/Transizione 4.0, purtroppo in
termini molto meno positivi però, probabilmente per via della scarsità di fondi nazionali e per l’esigenza di
cercare di indirizzare le aziende verso il piano Transizione 5.0, che di sicuro nel 2024 non ha brillato per
attrattività nei confronti dei potenziali destinatari.
Le 2 azioni intraprese nei confronti del piano che dal 2017 è stato messo a disposizione delle aziende,
seppure con rimaneggiamenti e assestamenti successivi, sono:
Introduzione di un tetto di spesa:
è stato introdotto un limite massimo di spesa pari a 2,2 miliardi di euro per gli investimenti effettuati a partire dal 1° gennaio 2025 e fino al 31 dicembre 2025 (permane teoricamente la possibilità di “prenotare” gli investimenti nel 2025, con consegna entro il 30/06/2026). Questo comporta il fatto che una volta che sarà esaurita la dotazione disponibile, non sarà più possibile per le aziende provvedere alla compensazione del credito maturato. Questo pone una seria ipoteca sull’attrattività di questa misura ma rientra probabilmente negli obiettivi del Governo, per i motivi espressi sopra.
Beni immateriali 4.0 (ossia software e piattaforme presenti nell’Allegato B):
nel 2025, secondo quanto stabilito anni fa dalla Legge 241 del 2021, i beni dell’Allegato B nel 2025 (ultimo anno del Piano Transizione 4.0) avrebbero potuto godere di un incentivo pari al 10% del valore
dell’investimento ammissibile, tuttavia, la Legge 207/2024 ha invece previsto l’azzeramento
dell’incentivo. Pertanto, a conti fatti, quel che rimane della 4.0 è applicabile esclusivamente ai beni materiali (Allegato A L.232/2016).
Questo è quanto possiamo dire fin qui. Si attendono comunque eventuali chiarimenti e approfondimenti ulteriori da parte dei soggetti coinvolti, come MIMIT e GSE.
Ci riserviamo di approfondire puntualmente gli aspetti positivi e negativi di questa legge per quanto concerne il suo riflesso sui temi 4.0 e 5.0.
Una nota positiva
Transizione 5.0, pur con le sue criticità, è una opportunità molto interessante da poter cogliere per le aziende italiane che necessita di una certa programmazione e di un approccio strutturato e competente alla materia.
Lo stesso dicasi per il tema 4.0 che, nonostante i tagli subiti dal punto di vista finanziario, dal punto di vista tecnico rimane un pilastro imprescindibile anche di Transizione 5.0.
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intraprendere degli investimenti in innovazione.
Questo grazie alle competenze sviluppate in anni di esperienza e attestate anche dalla partecipazione come
redattori di prassi di riferimento di settore e a commissioni nazionali focalizzate sul tema 4.0 e, inoltre, alla
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