Transizione 5.0: Opportunità e Sfide per il Settore agricolo

L’implementazione del Piano Transizione 5.0 nel settore agricolo rappresenta una significativa opportunità per migliorare l’efficienza energetica e all’adozione di tecnologie avanzate. Tuttavia presenta alcune sfide specifiche, legate soprattutto all’efficienza energetica e alla necessità di certificazioni dettagliate, particolarmente complesse nel contesto di macchine agricole come trattori, macchine operatrici e attrezzi agricoli trainati o portati.

In questa analisi esamineremo alcuni punti di potenziale criticità per il settore agricolo.

Applicazione delle Misure di Transizione 5.0 al Settore Agricolo

Le macchine operatrici mobili, esclusivamente agricole e forestali, sono ammissibili agli incentivi di Transizione 5.0 solo limitatamente alla sostituzione di macchine con motore Stage I con altre macchine che rispettano determinati standard di emissione, come il motore Stage V.

Tuttavia, la transizione verso questi macchinari richiede investimenti consistenti e le aziende agricole, soprattutto le più piccole, potrebbero trovare difficoltà ad accedere a queste tecnologie più avanzate.

Inoltre, l’uso di combustibili fossili in agricoltura, seppure temporaneo e inevitabile, limita il pieno sfruttamento delle agevolazioni, poiché i veicoli agricoli devono ancora fare affidamento su di essi per determinate operazioni. I trattori e le macchine agricole rientrano nella categoria delle macchine mobili non stradali, per le quali l’uso di combustibili fossili è ancora sostanzialmente inevitabile.

Assenza di alternative elettriche praticabili sul mercato

Sarebbe al momento impensabile proporre ad una azienda agricola di andare in vigna, visto il periodo, utilizzando un trattore elettrico che dopo 2 o 3 ore ha bisogno di rientrare alla base e rimanere 2, 3, 4 ore o più in ricarica.

Sarebbe operativamente impossibile o sicuramente poco pratico per gli eventuali utilizzatori, specialmente in momenti critici di vendemmia o raccolta in cui si procede ad oltranza con le operazioni.

Sebbene quindi sia ammesso l’acquisto di veicoli con motori più avanzati (Stage V), rimane complesso adattare queste macchine ai requisiti di efficienza energetica richiesti dalla Transizione 5.0, che impone una riduzione dei consumi energetici di almeno il 5% per il processo interessato o del 3% per l’intera struttura.

Diagnosi Energetiche: Difficoltà nelle Certificazioni Ex-Ante ed Ex-Post

Per ottenere gli incentivi previsti, è necessaria una certificazione ex-ante ed ex-post che dimostri il risparmio energetico conseguito. Questo processo è complesso nel settore agricolo, dove i consumi energetici variano notevolmente in base alle condizioni operative, stagionali e del tipo di terreno.

Complessità nella Standardizzazione delle Metodologie

Le operazioni agricole sono variabili a seconda del tipo di lavorazione (aratura, semina, irrigazione, etc.), il che rende difficile standardizzare una metodologia per la diagnosi energetica che sia rappresentativa di tutte le possibili attività. Questo problema è amplificato nel caso di macchine operatrici e attrezzature trainate, il cui consumo energetico può variare significativamente in base alle condizioni di utilizzo e al terreno.

La diagnosi ex-ante deve basarsi sui consumi dell’anno precedente, oppure su stime e scenari controfattuali, per cui si confronta l’efficienza energetica di macchinari alternativi disponibili sul mercato.

La diagnosi ex-post, invece, prevede la verifica dell’effettivo risparmio energetico conseguito, operazione spesso difficile a causa della variabilità nelle operazioni agricole. Ad esempio, i consumi energetici possono cambiare notevolmente in base al tipo di lavorazione svolta (aratura, irrigazione, etc.), rendendo complicata la misurazione precisa del risparmio.

Difficile reperibilità dei dati relativi ai consumi dei macchinari

Molte aziende agricole potrebbero non disporre di dati dettagliati o standardizzati sui consumi delle loro macchine, rendendo necessario ricorrere a stime basate su test o su scenari controfattuali, come descritto nella normativa.

Infatti, nel caso in cui non siano disponibili dati storici o se si implementa un nuovo processo, si deve fare ricorso allo scenario controfattuale, che prevede il confronto con alternative tecnologiche presenti sul mercato fino a un massimo di 5 anni indietro.

Tuttavia, nel contesto agricolo, questa metodologia può risultare complessa, poiché, come si è detto, le prestazioni e i consumi delle macchine agricole dipendono fortemente dalle specifiche condizioni di utilizzo.

Opportunità di Investimento e Autoconsumo Energetico

Per molte aziende agricole, soprattutto quelle di piccole dimensioni, l’acquisto di macchinari più efficienti energeticamente può risultare troppo oneroso. Oltre agli investimenti in nuovi trattori e macchinari, la misura prevede anche l’adozione di impianti di autoproduzione di energia da fonti rinnovabili per l’autoconsumo, come pannelli fotovoltaici.

Sebbene queste tecnologie siano agevolabili, possono comunque comportare costi iniziali elevati e richiedono competenze specifiche per la loro implementazione e gestione.

Inoltre, le aziende agricole che non possiedono attività energivore significative per le richieste di Transizione 5.0 (ad esempio le attività di allevamento), non avrà la necessità di dotarsi di impianti di fonti energetiche rinnovabili (FER) e pertanto l’appetibilità delle agevolazioni a cui ambire saranno di entità ridotta o non praticabili.

Ci sono poi dei temi più trasversali a tutti i settori che intendono investire in Transizione 5.0:

Industria 4.0 e Transizione 5.0: Compatibilità e Scelte Strategiche

Le due misure Industria 4.0 (ad oggi “Transizione 4.0” ma continuiamo a chiamarla “Industria 4.0” per non generare confusione) e Transizione 5.0 non sono cumulabili.

Tuttavia, è possibile presentare una domanda per entrambe le misure Industria 4.0 e Transizione 5.0 e successivamente decidere di chiudere solo una delle due. Le due iniziative, pur appartenendo a programmi correlati di trasformazione tecnologica, hanno requisiti e procedure specifiche e separate per l’accesso e la fruizione dei crediti d’imposta.

Il Piano Transizione 5.0 ha introdotto ulteriori vantaggi e condizioni rispetto al 4.0, soprattutto per quanto riguarda la transizione energetica e digitale e consente di optare per investimenti differenziati. In questo contesto, l’azienda può decidere di interrompere o chiudere uno dei due piani (ad esempio, se uno dei progetti non soddisfa più i requisiti o se l’investimento non viene portato a termine), continuando con l’altro.

Tempistiche e Scadenze: Pianificazione degli Investimenti

Le aziende che intendono beneficiare degli incentivi devono completare i loro investimenti entro il 31 dicembre 2025, data entro cui va anche verificato il risparmio energetico ottenuto. Questo introduce ulteriore pressione, in particolare per le aziende agricole che operano con cicli produttivi stagionali.

Esse sono chiamate a pianificare con attenzione, anche in considerazione del fatto che le linee guida del GSE/MIMIT sono state pubblicate solo il 16 agosto 2024 (non propriamente il momento di maggiore attività e attenzione delle aziende italiane).

Vantaggi di Transizione 5.0 in agricoltura

Il settore agricolo può sicuramente trarre vantaggio dalle agevolazioni previste dal Piano Transizione 5.0, ma deve affrontare alcune sfide tecniche e operative importanti, legate soprattutto alla complessità delle certificazioni, ai costi di implementazione delle nuove tecnologie e per quanto riguarda la raccolta dei dati per le diagnosi energetiche.

Da parte nostra lavoriamo a fianco di concessionari, rivenditori, clienti finali per fornire la consulenza necessaria ad affrontare i progetti legati a Transizione 5.0, minimizzando i rischi e le incertezze, con l’obiettivo di massimizzare il rendimento economico e tecnico dell’investimento.

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